mercoledì 19 novembre 2008

Nikolaj Vasil’evic Gogol’.Biografia.



Nikolaj Vasil’evič Gogol’ (in russo Никола́й Васи́льевич Го́голь, pronuncia Nikalàj Vassìljevic Gógal ) (Bol’šie Soročincy (Poltava, in Ucraina), 20 marzo 1809 – Mosca, 21 febbraio 1852) è stato uno scrittore e drammaturgo russo.
Nasce il 20 marzo 1809 a Bol’šie Soročincy, un villaggio nell’Oblast di Poltava in Ucraina, da Vasilij Afanas’evič Gogol’, scrittore di commedie in lingua ucraina.
Inizia a frequentare nel 1818 la scuola a Poltava insieme al fratello minore Ivan; nel 1819, anno in cui muore Ivan, Gogol’ continua la sua istruzione con insegnanti privati.
Nel 1821 viene ammesso al liceo e nel 1825, anno in cui muore il padre, inizia a scrivere. Tra i racconti più significativi di questi anni : I masdanieri, una tragedia andata perduta, I fratelli Tverdislavič e Qualcosa su Nežin, ovvero pr gli stupidi la legge non è scritta.
Nel 1828, dopo aver terminato gli studi al ginnasio, si trasferisce a Pietroburgo. Dopo aver passato un periodo senza impiego, nel 1829 pubblica L’Italia e Hans Küchelgarten, un poema che Gogol’ brucia dopo una critica negativa. Ad agosto dello stesso anno intraprende un viaggio precipitoso a Lubecca, Travemünde e Amburgo, e al suo ritorno prova a lavorare come impiegato presso il Dipartimento dell’Economia di Stato e degli Edifico Pubblici. Nel 1830 viene assunto per un posto vacante di copista al Dipartimento degli Appannaggi di Corte; dopo aver scritto le prime prose (La sera della vigilia di San Giovanni, Etmanno), fa conoscenza con i poeti e letterati Vasilij A Zukovskij e Pëtr A.Pletnëv.
Nel 1831 conosce il poeta AleksandrPuškin e nelle stesso anno pubblicò, oltre le Veglie alla fattoria presso Dikan’ka, diverse opere: La fiera di Soročincy, La sera della vigilia di Ivan Kupalo, La notte di Maggio (o L’annegata) e La lettera smarrita. Nel 1832 pubblicò il secondo volume delle Veglie alla fattoria presso Dikan’ka e, durante un suo soggiorno a Mosca, conobbe molti intellettuali quali Micha
il Petrovič, Sergej Timofeevič Aksakov e Michail Nikolaevič Zagoskin.
Nel 1834, dopo aver passato una crisi creativa, grazie all’intervento di A.Puškin e V.Žukovskij, gli viene assegnato un posto di professore aggiunto presso la cattedra di Storia universale all’Università di Pietroburgo. In questo periodo lavora intensamente a otto racconti e due commedie, oltre a scrivere vari articoli per riviste letterarie.
Nel 1835, oltre a iniziare il romanzo Le Anime Morte, pubblica le raccolte Arabeschi(La prospettiva Nevskij, Diario di un pazzo, Il ritratto) e Mirgorod (Possidenti di antico stampo, Taras Bul’ba, Vij, Come Ivan Ivanovič litigò con Ivan Nikiforovič). Per “motivi organizzativi” non gli fu rinnovato l’incarico di Professore, così, nel 1836, si dedicò febbrilmente alla produzione di racconti, pubblicati sulla rivista di A.Puškin, Sovremennik (tradotto in Italiano: Il contemporaneo). Tra questi racconti spiccano: Il calesse, La mattinata di un uomo molto occupato, Il naso e l’articolo Della letteratura nelle riviste del 1834-1835, Ispettore Generale. A giugno parte per l’estero: Amburgo, Düsseldorf, Aquisgrana, Francoforte, Baden-Baden, e Ginevra dove riprende il lavoro sulle Anime Morte.
Nel 1837 va a Parigi, poi passando per Genova, va a Firenze e Roma dove conosce il pittore Aleksandr A. Ivanov. Prosegue i suoi viaggi in Germania e in Svizzera, dopodichè torna a Roma, va a Milano e poi di nuovo Roma, dove vive in via Santo Isidoro n.17 fino a giugno1839 (a parte dei brevi soggiorni a Napoli e Parigi). Vengono a trovarlo V.Žukovskij con il principe ereditario e il principe Iosif M.V’el’gorskij. Frequenta diversi scrittori russi residenti nella città del Papa, specialmente Ivanov e Šapovalov. Conosce il letterato Pagodin e Giuseppe Giacchino Belli ed oltre a lavorare intensamente a Le Anime Morte, inizia a studiare la lingua italiana in occasione della sua permanenza in Italia.
Nel 1839 cura J.V’el’gorskij che muore tra le sue braccia il 21 maggio, poi torna a Mosca; fa visita a sua madre, a giugno del 1840 soggiorna per un paio di mesi a Vienna dove si ammala gravemente, poi, passando per Venezia, ritorna per un anno a Roma. Qui scrive una nuova versione del racconto Il ritratto, Taras Bul’ba e L’ispettore generale.
Nell’agosto 1841 intraprende un viaggio a Düsseldorf, Francoforte, Hanau; poi passando per Dresda e Berlino, a metà ottobre giunge a Mosca dove si occupa dell’edizione della I parte delle Anime Morte; il testo viene respinto dal comitato della censura.
Nel 1842 Gogol’ affida il manoscritto delle Anime Morte a V.Belinskij che lo porta a Pietroburgo, dove il romanzo riesce ad ottenere il permesso della censura in marzo. Passando per Berlino e Gastein, giunge in settembre a Roma insieme al poeta Nikolaj M.Jazkov, ed affitta una casa in via Felice n.126; lavora alla II parte delle Anime Morte e pubblica il frammento Roma.
Nel 1843 pubblica le sue opere in quattro volumi, dove per la prima volta appare il magistrale racconto Il cappotto. Ad aprile parte per Firenze, Verona, Gastein, Monaco, Francoforte, Stoccarda, Baden-Baden, Düsseldorf, e passa l’inverno a Nizza dove lavora alla II parte delle Anime Morte.
Fino a marzo del 1844 soggiorna a Nizza nella cerchia della Smirnova; in seguito riprende il viaggio: Darmstadt, Francoforte, Ostenda, dal settembre è ospite di V.Žukovskij a Francoforte, il lavoro sul romanzo si ferma e Gogol’ si sente ammalato di nervi.
Nel 1845 si ammala a Francoforte e si trasferisce prima a Praga, poi torna nuovamente a Roma, dove continua il lavoro del secondo volume de Le Anime Morte. Pubblica i Brani scelti della corrispondenza con gli amici, cui seguono polemiche con S.Aksakov, M.Pogodin e A.Ivanov, e diventa amico del religioso Konstantinovskij, che finisce per aggravare la sua nevrosi.
Nel 1848 visita Malta, Costantinopoli, Gerusalemme e Odessa; torna a Mosca in settembre, dove incontra il drammaturgo Aleksandr Ostrovskij, soggiorna prima in casa di M.Pogodin, in seguito dal conte A.P.Tolstoj. Tra il 1849 e il 1851 vive tra Mosca, Odessa, e Vasil’evka, lavora intensamente alla II parte de Le Anime Morte e il suo stato di salute peggiora notevolmente.
Il 1° gennaio 1852 Gogol’ comunica all’editore di aver terminato la II parte delle Anime Morte; a fine gennaio ha dei colloqui con padre Matvej che lo sconvolgono; nella notte tra l’11 e il 12 febbraio brucia la II parte de Le Anime Morte. Immediatamente dopo rifiuta qualsiasi nutrimento. Il 21 febbraio alle otto del mattino lo scrittore muore. Viene sepolto quattro giorni dopo nel Monastero di S.Danilo.