mercoledì 30 luglio 2008

Dostoevskij, biografia.


Fëdor Michàjlovič Dostoevskij nasce a Mosca il 30 ottobre 1821, in una famiglia di mercanti, secondogenito di sette fratelli. La madre, Már’ja Fëdorovna Mariinskaja, è molto religiosa, colta, sensibile. Il padre, Michaìl Andrèevič Dostoevskij, medico militare, discende da nobili lituani, in seguito decaduti. Dell’indole del padre non si sa granché: alcuni biografi, considerando anche le figure paterne dei romanzi dostoevskiani, lo descrivono senz’altro come un uomo collerico e turpe, Dostoevskij, dal canto suo, non ne parlò mai diffusamente; si deduce, tuttavia, che almeno durante la prima infanzia dello scrittore la sua casa fosse relativamente serena.
Nel 1834 Dostoevskij e il fratello Michail entrano nella scuola-pensionato di Čermak, riservata alla buona società russa; si appassiona di storia e di romanzi.
Nel 1837 la madre muore di tisi, la famiglia si disgrega: Dostoevskij parte per Pietroburgo, dove l’anno successivo è ammesso alla Scuola d’Ingegneria; legge avidamente e come tutti gli studenti dell’epoca ha un crescente bisogno di denaro; nel frattempo il padre, ritiratosi nella sua tenuta acquistata a Čermašnija, si dà al bere e a giugno del 1838 viene assassinato da alcuni contadini che si volevano vendicare delle brutalità che egli era solito commettere.
Nel 1843 Dostoevskij esce dalla Scuola d’Ingegneria; la rendita paterna e lo stipendio d’ufficiale gli permetterebbero di condurre una vita relativamente agiata, se non fosse per la straordinaria facilità con cui spende il suo denaro.
Nel 1844 decide che la sua vocazione letteraria è la letteratura e dà le dimissioni dall’impiego per poter dedicare a essa tutto il proprio tempo. Scrive Povera gente, Il sosia, Il signor Procharcìn e nel 1847 comincia a frequentare il circolo del letterato socialista Butaševič-Petrašeevskij, dove si tengono, con una segretezza quasi cospiratoria, conferenze e dibattiti su opere contrabbandate in Russia, vietatissime alla censura: Saint-Simon, Fourier, Strauss, Cabet, Helvétius e altri.
Scrive diversi racconti e nel 1848 inizia a frequentare il circolo del giovane poeta Durov, di tendenza radicale, e di Nikolaj Spešnëv, socialista d’aspirazioni rivoluzionarie. Inizia a lavorare al romanzo I demoni.
Il 23 Aprile del 1849 viene arrestato, insieme ad altri trentatré membri del circolo Petraševskij. La condanna a morte viene all’ultimo momento commutata in quattro anni di lavori forzati, con successivo arruolamento obbligato nell’esercito come soldato semplice, senza diritto di promozione.
Fino al 1853 sconta la pena e poi, fino al 1856, presta servizio come militare; in quest’ultimo periodo riesce a leggere molto e scrivere le annotazioni necessarie per il suo futuro memoriale della galera, Memoria da una casa morta.
Nel febbraio 1857 sposa Mar’ja Dmìtrievna Isaeva e in aprile gli viene restituita la nobiltà e concordato il permesso di pubblicare. La dispensa dal servizio è ottenuta in forza dell’aggravarsi dell’epilessia di Dostoevskij.
Solo nel dicembre del 1859 lo scrittore riacquista pienamente lo status di uomo libero e si stabilisce a Pietroburgo. Ripristina i suoi rapporti con l’intellighenzia pietroburghese e fonda insieme a suo fratello Michail la rivista «Vremja» (Il tempo), che verrà soppressa nel 1863. Nel frattempo scrive diversi racconti, articoli, bozzetti, prefazioni, note redazionali e pubblica Umiliati e offesi e Memoria da una casa morta.
Dal 1862 inizia a viaggiare all’estero, visitando parecchie città: Berlino, Dresda, Wiesbaden, Baden-Baden, Colonia, Parigi, Londra, Ginevra, Lucerna, Torino, Genova, Firenze, Milano, Venezia, Vienna. Nei suoi frequenti viaggi perderà ingenti somme di denaro nei casino e avrà una relazione extraconiugale con la giovane Apollinarija Suslova.
Nell’aprile 1864 muore la moglie di tisi e in luglio muore il fratello Michail, lasciando debiti ingentissimi, a cui Dostoevskij cerca disperatamente di porre rimedio. L’anno dopo fallisce «Epocha» (L’epoca), rivista che aveva fondato nel 1863 con Michail e dovendo mantenere anche la famiglia del fratello, tira avanti a forza di prestiti e anticipi sui romanzi che va progettando. Vende all’editore Stellovskij il diritto a un’edizione delle sue Opere complete, ma lo strano contratto include un romanzo nuovo, che Dostoevskij si impegna a scrivere entro il 1° novembre 1866 e la mancata consegna del quale comporterebbe la cessione a Stellovskij di tutti i diritti d’autore di Dostoevskij per nove anni. Pagati i debiti più importanti riparte per l’estero dove perde tutto alla roulette e tramite altri prestiti riesce a tornare in Russia. Vivendo in miseria dedica il suo tempo alla stesura di Delitto e Castigo e solo ai primi d’ottobre 1866 comincia a lavorare al romanzo promesso a Stellovskij, Il giocatore, aiutato da una stenografa, Anna Grigor’evna Snitkina, che diventerà sua moglie a febbraio 1867. Lo scrittore con la nuova moglie risiedono all’estero fino il 1871; nel frattempo Dostoevskij perde ancora ingenti somme di denaro al gioco e nei momenti più disastrosi riesce a dedicarsi con maggior concentrazione ai suoi scritti: L’idiota, L’eterno marito e I demoni.
Ritornato in patria, Dostoevskij riallaccia i suoi rapporti con l’ambiente intellettuale e nel frattempo riesce lentamente a sottrarsi al rischio del completo dissesto economico, grazie alla sua assunzione come redattore-capo nella rivista «Graždanin» (Il cittadino).
Nel gennaio 1873 la moglie Anna comincia a pubblicare in proprio le opere del marito e l’iniziativa ha successo. Intanto Dostoevskij si dedica al romanzo L’adolescente e al Diario di uno scrittore, in fascicoli mensili d’una ventina di pagine l’uno, prima in collaborazione con la rivista per la quale lavora e dal 1875 in proprio.
Nel 1878 Dostoevskij è eletto membro dell’Accademia delle Scienze in Russia, onore toccato in precedenza soltanto a Tolstoj e a Turgenev.
Nell’autunno 1880 finisce I Fratelli Karamazov.
Muore il 28 gennaio 1881. Il 31 gennaio, al monastero di S.Aleksandr Nevskij, Dostoevskij ha funerali maestosi con una folla computata attorno alle sessantamila persone.

2 commenti:

liberoPensieRoberto ha detto...

Che vita, è proprio un romanzo!
una curiosità (un po' macabra..): di cosa muore?

Lauce ha detto...

Muore in seguito all'aggravarsi del suo enfisema polmonare. Già, mi sarebbe piaciuto conoscerlo di persona...