lunedì 8 settembre 2008

I demoni.


L’uomo del sottosuolo è un ‘prodotto’ del mondo moderno e non si riconosce nel mondo in cui vive ma si oppone ad esso come un nemico. “Egli possiede un’indole estremamente solitaria che non accetta i valori della società in cui vive, non riesce ad entrare in sintonia con un mondo mediocre e corrotto e si rifugia in una dimensione interiore.” (Bucelli, Fiorentino, 1988, pag.48)
Inevitabilmente, in questo stato di isolamento, il confronto tra universo interiore ed esteriore non esiste, e di conseguenza si altera la percezione della realtà stessa, che è condizione necessaria per la circoscrizione e il ridimensionamento del senso di onnipotenza del soggetto. Pertanto, una situazione di così intensa introversione porta con sé il pericolo dell’onnipotenza-impotenza, che il soggetto arrivi tragicamente a presumere di poter intervenire e modificare la realtà per il tramite del proprio universo fantastico.
La società segreta di rivoluzionari, capeggiati da Piotr Stepanovic, rappresenta, per Dostoevskij, l’umanità perduta degli ossessi, degli indemoniati che hanno smarrito la nozione del bene e del male, del lecito e dell’illecito, e, disancorati da tutti i loro legami naturali, da Dio, dal popolo, dalla terra, si precipitano fatalmente verso un abisso che li inghiotte.

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