venerdì 17 ottobre 2008

Victor Hugo. Biografia.


Victor-Marie Hugo (Besaçon, 26 febbraio 1802 – Parigi, 22 maggio 1885) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo francese, considerato il padre del Romanticismo in Francia. Seppe tenersi lontano dai modelli malinconici e solitari che caratterizzavano i poeti del tempo, riuscendo ad accettare le vicissitudini non sempre felici della sua vita per farne esperienza esistenziale e cogliere i valori e le sfumature dell'animo umano.I suoi scritti giunsero a ricoprire tutti i generi letterari, dalla poesia lirica al dramma, dalla setira politica al romanzo storico e sociale, suscitando consensi in tutta Europa.
Nasce il 26 febbraio 1802 a Besaçon nella Franca Contea, dove il padre Léopold-Sigismond Hugo (1773-1828), conte napoleonico e militare dell'esercito di Giuseppe Bonaparte, si trova di guarnigione, e lo segue poi, insieme alla madre Sophie Trébuchet (1772-1821) e ai fratelli Abel Hugo (1798-1855) e EugéneHugo (1800-1837), prima a Parigi, poi anche a Napoli e in Spagna: a Napoli il padre riveste un ruolo decisivo nella cattura del brigante Fra Diavolo e per questo viene nominato governatore di Avellino; in Spagna ottiene da Giuseppe Bonaparte il grado di generale. Il giovane Victor manterrà sempre memoria di questi luoghi visti da bambino.Dal 1813 tuttavia i suoi genitori si separano e la madre, insieme al generale Victor Fanneau de la Horie, si stabilisce a Parigi. Qui Hugo frequenta il Politecnico dal 1815 al 1818, per volere del padre, ma ben presto abbandona gli studi tecnici per dedicarsi alla letteratura.
Scrive le Odi, che furono la sua prima composizione letteraria. Insieme ai fratelli fonda il foglio Le Conservateur littéraire (1819), e nello stesso anno vince un concorso dell'Académie des Jeux floraux. Inizia poi a frequentare il liceo Louis-le-Grand, e partecipa agli incontri del Cenacolo di Charles Nodier, culla del Romanticismo nascente. Scrive poi Odi et poesie diverse (1822) e molti altri scritti, fino a Odi e ballate, che gli valgono una rendita di mille franchi da parte del re LuigiXVIII.
Il 12 ottobre del 1822 sposa, nella chiesa di Saint-Sulpice di Parigi, Adèle Foucher, una sua amica d'infanzia; nasceranno cinque figli:Léopold (16 luglio – 10 ottobre 1823); Léopoldine (28 agosto 1824 – 4 settembre 1843); Charles (4 novembre 1826 – 13 marzo 1871); François–Victor (28 ottobre 1828 – 26 dicembre 1873); Adèle (24 agosto 1830 – 21 aprile 1915), l'unica a sopravvivere al padre ma che trascorrerà molti anni in una casa di riposo a causa del suo stato mentale alterato.
La scoperta, dopo qualche anno, del tradimento della moglie con l'amico di famiglia Sainte-Beuve lo porterà a condurre una vita di libertinaggio; sua amante per circa cinquant'anni sarà Juliette Drouet, un'attrice teatrale conosciuta durante le prove di Lucrezia Borgia, nel 1833. Juliette Drouet gli restò sempre vicina (salvandolo anche dalla prigione in occasione del colpo di stato di Napoleone III) nonostante le molteplici infedeltà dell'amante: per lei scriverà molti poemi, tra cui un Libro dell'anniversario compilato dai due ogni anno, il giorno dell'anniversario, appunto, del loro primo incontro. Una svolta epocale nella storia della letteratura avviene nel 1827, con l'uscita del dramma storico Cromwell, considerato il manifesto delle nuove teorie romantiche. Nella lunga prefazione, Hugo si oppone alle convenzioni del ed espone le sue teorie sul teatro e sulla letteratura in generale, che metterà poi in pratica nel dramma Hernani, del 1830, data che segna, convenzionalmente, l'inizio del Romanticismo in Francia.
Inizia un periodo molto produttivo per lo scrittore: pubblica un romanzo, Notre-Dame de Pris, del 1831, accolto da un immediato e amplissimo successo; raccolte di poesie, Le foglie d'autunno dello stesso anno e I canti del crepuscolo del 1835; altri drammi, come per esempio Ruy Blas nel 1838. Incontra Hector Berlioz, Chateaubriand, Franz Liszt, Giacomo Meyerbeer; nel 1841 viene ammesso all'Académie française, dove occupa il seggio numero 14.
Nel 1843 muoiono tragicamente la figlia Léopoldine e il genero Charles Vacquerie, annegando nel corso di una gita in barca; Hugo apprende la notizia al rientro da una vacanza, leggendola sul giornale Le Siècle. La tragedia, unita all'insuccesso del suo lavoro teatrale I Burgravi del 1845, gli causa una grave depressione che lo tiene lontano dal mondo letterario per dieci anni.
Intanto viene nominato Pari di Francia dal re Luigi Filippo d'Orléans. Nel 1848 entra a far parte come deputato dell'Assemblea Costituente, ma il colpo di stato che nel 1851 portò al potere Napoleone III segna l'inizio del suo declino politico: dapprima Hugo appoggia l'elezione del giovane Luigi-Napoleone Bonaparte alle presidenziali, ma poi — quando il nuovo presidente, futuro imperatore, inizia a prendere provvedimenti anti-liberali quali l'abrogazione della legge elettorale del 1850, riducendo di un terzo gli aventi diritto al voto — ne prende le distanze; inutile sarà il tentativo del Comitato di resistenza repubblicana, di cui fa parte insieme a Schœlcher, per sollevare la popolazione parigina: a Hugo, strenuo difensore di un regime liberale, non resta che attaccarlo con scritti e discorsi contro la miseria e le repressioni, che diventavano nel frattempo sempre più intolleranti.
Dopo il 2 dicembre 1851, Hugo deve partire per l'esilio. Parte inizialmente per Bruxelles, poi si trasferisce nell'isola di Jersey e infine a Guernesey, rifiutando l'amnistia proclamata dall'imperatore.
Inizia qui a prendere forma la sua mitica figura poetica e ideale di "Padre della patria in esilio"; gli anni trascorsi a Guernesey lo rendono così famoso che gli arrivano lettere indirizzate a "Victor Hugo — Oceano". Riprende la sua attività letteraria nel segno della satira politica, nella raccolta di poemi I castighi (1853), che prende di mira il Secondo Impero; il ricordo del passato e in particolare della figlia Léopoldine affiora nella raccolta Le contemplazioni 1856); questi sono anche gli anni dell'impegno su un piano politico più alto, idealizzato, che dà vita a La leggenda dei secoli (pubblicata in tre parti tra 1859, 1877 e 1883), che ripercorre la storia dell'umanità dalla Genesi al XIX secolo, così come a I miserabili, romanzo del 1862, I lavoratori del mare del 1866 e L'uomo che ride del 1869.
La vita non gli risparmiò i dolori: nel 1855 muore il fratello Abel, nel 1863 la figlia Adèle impazzisce scappando in Canada, nel 1868 muoiono anche la moglie e alcuni nipoti; in tutte queste disgrazie ha però sempre accanto la fedele Juliette.
A partire dagli anni sessanta viaggia per tutto il lussemburgo e percorre il reno, ma nel 1870 viene espulso dal Belgio per aver dato asilo a dei communard ricercati nella capitale francese, e trova rifugio di nuovo nel Granducato, per tre mesi, e in seguito a Vianden, Diekirch e Mondorf-les-Bains (dove segue una cura termale).
Il suo rientro in patria avviene il 5 settembre 1870, dopo la caduta di Napoleone III e l'instaurarsi della Terza Repubblica francese: Hugo è accolto da una folla acclamante ed entusiastica, e la sua casa diventa nuovamente luogo di incontro tra letterati; fino alla sua morte, rimarrà un nume tutelare della repubblica restaurata.
Riprende in questi anni la produzione letteraria con il romanzo Novantatré (1874); scrive anche poesie, alcune riguardanti la sua vita famigliare, come I miei figli (1874), e altre satirico-politiche, come Il papa (1878) e Torquemada (1882), un'opera sul fanatismo dell'inquisizione. Nel 1876 ritorna a far parte del Senato.
Nel 1878 è colpito da una congestione cerebrale, mentre i festeggiamenti per il suo ottantesimo compleanno — pubblicamente celebrati — vengono offuscati dalla morte di Juliette Drouet. Muore il 22 maggio 1885, e la sua salma viene esposta per una notte sotto l'Arco di Trionfo e vegliata da dodici poeti, anche se, in ottemperanza alle sue ultime volontà, le esequie hanno luogo nel corbillard des pauvres. Il 1° giugno, dopo aver esitato per il cimitero del Père Lachaise, è portato al Pantheon appena inaugurato. Si calcola che tre milioni di persone siano venute a rendergli omaggio in quell'occasione, mentre cronisti riportano che le prostitute della città per quella notte lavorarono gratuitamente.

1 commento:

Lusien ha detto...

Luce sul Patibolo!!!